Omissioni, reati ambientali, e un delitto impunito: l’offesa alla dignità di un’intera città!
L’annuncio, come detto, è stato dato durante la manifestazione in occasione del 153esimo anniversario della eroica difesa del bene monumentale della zona falcata. È un’iniziativa inedita, una “class action” nei confronti di chi si è reso responsabile di gravissime omissioni con pesanti ricadute sul piano socio-economico e sul versante dell’inquinamento ambientale. Si è parlato anche di una richiesta di “risarcimento” simbolico per l’immagine della città offesa e umiliata da tanta incuria. Durante la commemorazione davanti al Bastione Santo Stefano è stata ribadita la volontà di adire le vie legali con un esposto alla Procura della Repubblica per le condizioni davvero vergognose in cui versa la fortezza del Seicento nella falce dello Stretto, trasformata da anni in dormitorio pubblico e discarica a cielo aperto. Infatti, all'interno della struttura e nelle immediate vicinanze non è difficile notare la presenza di sostanze tossiche ed inquinanti. Ciò che più ha fatto inferocire le associazioni promotrici è senza dubbio il mancato seguito dei progetti di recupero bloccati sopratutto per inerzia amministrativa rea di aver perso diverse occasioni concrete di finanziamento da parte della Regione e di vari altri enti finanziatori.
Non bisogna andare lontano nel tempo per rispolverare l'ultimo tentativo di recupero. Infatti, nel mese di febbraio di quest'anno, sono stati presentati quattro interessanti progetti, ma ad oggi poco o nulla è dato sapere sull'iter seguito dall'amministrazione. I progetti, legati al programma Erasmus Mundus e finanziato direttamente dalla Commissione Europea, sono inseriti nel master su “Conservazione e restauro del patrimonio culturale” organizzato da un Consorzio costituito da tre università, quella di Siviglia, la Mediterranea di Reggio Calabria e il Politecnico di Lublin, in Polonia.
Vedremo se lo spirito propositivo delle associazioni promotrici della "simbolica azione legale" porterà finalmente la città a riappropriarsi di uno dei beni architettonici e storici più importanti dell'area dello stretto.