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L'Italia brucia, nel 2012 gli incendi sono stati 8304 (+4,6% rispetto al 2011)

I dati emergono da Ecomafia 2013, il rapporto annuale di Legambiente realizzato grazie al contributo delle Forze dell'ordine. Il 2012 e' stato un anno nero per l'Italia sul fronte degli incendi ai danni del nostro patrimonio boschivo.

Sono stati ben 8.304 gli incendi dolosi, colposi e generici registrati nel nostro Paese (+4,6% rispetto al 2011) nell'anno passato. A sottolineare l'escalation il rapporto annuale di Legambiente, Ecomafie 2013.

Il rapporto evidenzia che sono aumentate anche le persone denunciate, 742,  e anche gli arresti (21 contro i 14 del precedente rapporto). Il 48,4% degli incendi si concentra in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Si tratta comunque di una percentuale inferiore a quella riscontrata nel 2011, quando era stata del 54,4%.

Aumenta, invece, l'incidenza degli incendi avvenuti in Italia nord occidentale, dove il numero di incendi dolosi, colposi e generici in un anno è quasi triplicato (da 163 a 479), passando dal 2,1 al 5,8% del totale nazionale. (fonte, Adnkronos).

(..e poi, da il FattoQuotidiano.it) Un fatturato annuo di oltre 16 miliardi di euro, più di 34mila reati accertati con 28000 persone denunciate, 302 i clan coinvolti

Sono i numeri della criminalità ambientale elencati nell’edizione 2013 del Rapporto Ecomafie, curato da Legambiente. Non solo discariche e rifiuti tossici, quest’anno i fari sono puntati sulla crescita dell’abusivismo edilizio .

“Con il paese in crisi – spiega Enrico Fontana, curatore del dossier – gli illeciti ambientali aumentano. Il mercato del mattone legale crolla, quello illegale aumenta, siamo passati dal 9% del 2006 al 16,9% del 2013”. la ricerca è anche l’occasione per rilanciare con urgenza l’inserimento dei delitti ambientali nel codice penale, come spiega ancora Fontana: “E’ stato istituito un nuovo gruppo di lavoro presso il ministero dell’Ambiente per riordinare le sanzioni in materia ambientale e questo è un buon segnale. Io partecipai ad un gruppo analogo nel 1997, ma quel disegno di legge non fu mai approvato”. Passano gli anni, ma degli “eco-delitti” nel codice penale neanche l’ombra.

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