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Anche questo sabato non ci resta che raccontare una delle storie più tristi che purtroppo la nostra città ha nelle sue caratteristiche, il degrado e l'abbandono delle strutture storiche. Veri gioielli che, purtroppo, amministratori e cittadini non riconoscono come propri.

Sabato 13 aprile, nei locali del Palacultura di Messina, è stato presentato il libro della professoressa Patrizia Zangla dal titolo “Racconto nero, 1943 – 1945, l'ultima camicia nera”.

E' partito nel dicembre scorso un progetto culturale per la conoscenza, il recupero e la valorizzazione dell'Abbazia di Santa Maria di Mili S. Pietro.

Basta vedere la foto e la posizione della città per immaginare, ed intendere, quanta storia abbia Messina. Situata sullo stretto omonimo, Messina fu fondata nel sec. VIII a.C. da coloni greci calcidesi.

Ebbe il nome di Zancle, che significa falce, poichè si estendeva in un'insenatura di forma semicircolare. Invasa dai messeni nel sec. V, assunse poi il nome di Messanion, trasformato nella forma latina Messana. Durante i conflitti tra greci e cartaginesi, passò dall'uno all'altro dei contendenti, finchè nel 241 a.C. se ne impadronirono i romani.

In epoca bizantina Messina godette di una certa libertà e i suoi traffici prosperarono fino a quando, nell'843, fu conquistata dai saraceni che dopo due secoli furono scacciati dai normanni.

Nel Medioevo la città ebbe un ruolo di grande importanza: il suo porto fu il punto di partenza delle crociate verso la Terrasanta.
Da questo momento in poi si sviluppò un'intensa attività economica insieme ad un notevole incremento demografico.
 
Sotto la dominazione di Federico II, però, Messina fu assoggettata dalla politica centralizzatrice del sovrano, fattore determinante delle numerose rivolte contro la dinastia sveva e dell'atteggiamento favorevole a Carlo d'Angiò, che nel 1266 occupò l'Italia meridionale e la Sicilia.
Durante la prima fase del regno angioino, la città contese a Palermo il titolo di capitale dell'isola, ma il sopravvento del ceto borghese e municipale la portò a schierarsi contro il re Carlo il quale, privilegiando i commerci napoletani, sfavoriva quelli siciliani.
Conseguentemente alla rivolta del Vespro nel 1282, Messina comunale e borghese si alleò a Palermo feudale e aristocratica, provocando la ritorsione di Carlo d'Angiò che fece assediare la città dal suo esercito.
Così la città fu costretta a sottoscrivere l'invito che i palermitani avevano rivolto a Pietro III d'Aragona a diventare, come legittimo erede della dinastia sveva, re di sicilia.
Sotto gli aragonesi, ma in particolare sotto gli spagnoli, la città vide la rinascita della propria economia e soprattutto delle attività produttive.

Questo portò Messina a rendersi autonoma dall'amministrazione del vicerè spagnolo che aveva sede a Palermo; da qui le rivolte antispagnole del 1647 e del 1672, anno, quest'ultimo, in cui i ceti mercantili locali richiesero l'intervento del re di Francia Luigi XIV per resistere alla minaccia spagnola. La flotta francese sbarcò dunque nel porto di Messina, la quale si dichiarò suddita del re di Francia. Dopo quattro anni però, i francesi abbandonarono Messina all'attacco degli spagnoli. Ciò portò non solo alla perdita di tutti i privilegi d'autonomia acquisiti negli anni precedenti, ma diede l'avvio ad una dedadenza, accentuata nel XVIII sec. da terremoti ed epidemie. Solo nell'Ottocento Messina potè risollevarsi, ma nel 1908 la città fu distrutta da un catastrofico sisma dal quale risorse completamente nell'ultimo dopoguerra.

Qui di seguito tre video molto sintetici sulla storia di Messina 

 

Pubblicato in La città dello Stretto

La Real Cittadella è una fortezza del XVII secolo che serviva a difendere il porto di Messina dalle invasioni via mare.

Essa sorge sulla penisola di San Ranieri, piccola lingua di terra dalla caratteristica forma a falce che chiude il porto naturale di Messina, proteggendolo dalle intemperie del mare dello stretto famoso per le sue forti correnti.

Pubblicato in Real Cittadella

La compatta ma slanciata (l’altezza si aggira attorno ai 25 metri) torre della Lanterna alta 25 metri circa, è detta anche del Montorsoli dal nome del suo progettista ovvero il frate Giovanni Angelo Montorsoli. Essa rappresenta un valido esempio cinquecentesco di fortificazione costiera e di difesa del porto adatta per artiglieria in casamatta.

Pubblicato in Le torri

Ci mise mano anche l’ingegnere Ferramolino, al Castellaccio, ma le origini sono sicuramente molto più antiche. Il suo nome forse deriva dalla zona dove sorge, un tempo impervia ed isolata. A pianta quadrangolare con baluardi angolari e fiancheggia il vicino castello Gonzaga, si trova a Gravitelli ad un altitudine di 145 metri.

Pubblicato in I Castelli

Il Castel Gonzaga costituisce probabilmente un esempio dell’evoluzione architettonica militare cinquecentesca messinese. La fortezza è senz'altro tra le più importanti dal punto di vista storico della città.

Prende il nome dal viceré Don Ferrante Gonzaga, figlio del marchese di Mantova ed Isabella d’Este, il quale considerava Messina come “la chiave del sistema di difesa del regno”.

Pubblicato in I Castelli

Il castello del Santissimo Salvatore sorge in uno dei luoghi più importanti della città ed è simbolo indiscusso della storia Messinese dalla metà del 1500 in poi.

Fu edificato al posto del Monastero dei Basiliani del SS. Salvatore (del XI° sec) e della storica torre di S. Anna (del XI° sec) con lo scopo di difendere l’ingresso del porto.

Pubblicato in I Castelli

Il castello Matagrifone o Roccaguelfonia è un esempio di fortificazione di un sito particolarmente strategico. Si pensa infatti che una prima edificazione sia stata effettuata in epoca di poco precedente al periodo greco, tra il  260 e il 275 a.C.

Il castello Roccaguelfonia è sicuramente tra i più antichi ed importanti simboli della città di Messina, e ricorda l’epoca delle crociate quando le forze cristiane partivano per la Terrasanta allo scopo di sconfiggere le truppe musulmane di Saladino.

Pubblicato in I Castelli

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