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Valorizzare le città d'arte siciliane. Siglato il protocollo di intesa a Palermo, ma tra queste non c'è Messina

Città d'arte in Sicilia Città d'arte in Sicilia credit: wikipedia

L’Assessore ai Beni Culturali e all’Identità siciliana, Mariarita Sgarlata, e il Segretario generale dell’Associazione delle Città d’Arte e Cultura, Ledo Prato, hanno firmato ieri 27 febbraio un Protocollo d’intesa per la valorizzazione delle città d’arte della Sicilia alla presenza di Francesco Giambrone, Orazio Licandro, Alessio Lo Giudice, Maurizio Masone e Cettina Raudino, Assessori alla Cultura delle città di Palermo, Catania, Siracusa, Agrigento e Noto.

L’Associazione delle Città d’Arte e Cultura (CIDAC), che associa le principali città d’arte del nostro Paese, ha condotto, insieme al Ministero per i beni culturali e il turismo, un’articolata politica di valorizzazione del patrimonio culturale, dei centri storici, dei musei e delle aree archeologiche.

Fino ad ora la Sicilia, e le sue città d’arte, erano rimaste escluse per via della competenza in materia affidata alla Regione. Da oggi, grazie alla firma del Protocollo d’intesa, l’attività di valorizzazione delle città d’arte sarà estesa alla Sicilia, a partire da Palermo, Catania, Siracusa, Agrigento, Noto e Ragusa (associate al CIDAC), con criteri e modalità originali non contemplati nel resto dell’Italia.

Si tratta di un passo avanti importante che connette la Sicilia con il resto del Paese sul piano della promozione delle città d’arte, attivando politiche e progetti costruiti con la partecipazione attiva della Regione Siciliana e delle città coinvolte, in funzione di una strategia di sistema e di un potenziamento dell’offerta culturale.

Siamo di fronte a scelte decisive per uno scenario di nuove opportunità, come ha ben evidenziato l’Assessore Sgarlata, ad apertura della conferenza stampa: “nell’imminenza della programmazione europea 2014-2020, assistiamo tutti ad un’accelerazione sul tema delle politiche culturali. La crisi che stiamo vivendo ci costringe, mai come prima, ad essere concreti e a favorire azioni che facilitino la partecipazione culturale attiva come fattore di benessere e coesione sociale nonché traino per l’imprenditoria creativa giovanile”. “Azioni che possono avere effetti sul territorio - prosegue l’Assessore - e che devono intrecciarsi in modo innovativo con le dimensioni più varie della vita economica e sociale, che ci aiutino ad agganciare gli assi della prossima programmazione europea, in sinergia con le Università siciliane e gli enti di ricerca, in grado di coinvolgere soggetti pubblici e soggetti privati, profit e no profit. Questo Protocollo va inteso, quindi, non come un fine ma come un mezzo, come una piattaforme comune e condivisa per le città siciliane d’arte e cultura già associate - Palermo, Catania, Siracusa, Agrigento, Ragusa e Noto – e per quelle che potranno associarsi nel tempo per concertare politiche di valorizzazione, sia nel breve ma soprattutto nel medio e lungo periodo; nel breve con la legge Destinazione Italia (art. 13, comma 24) riservato alle città entro i 150.000 abitanti, nel medio e lungo periodo per il nuovo ciclo 2014-2020. Particolare importanza riveste l’articolo 9 del protocollo, piani strategici di sviluppo culturale, perché impegna gli amministratori locali e la Regione a definire strategie e obiettivi comuni”.

Nel presentare il Protocollo d’intesa il Segretario generale dell’Associazione delle Città d’Arte e Cultura Ledo Prato ha messo in evidenza la necessità di approfittare di questo strumento per favorire il processo verso la creazione di un sistema integrato fra offerta culturale e turistica, concertata fra tutti i soggetti coinvolti - senza distinzione di proprietà - “perché”, dice Prato “al turista non interessa sapere se va a visitare un museo civico, regionale o diocesano” – con lo scopo di aumentare la visibilità, purtroppo ancora scarsa, che hanno le pur numerose città siciliane (61 su 185 città d’arte). Questa concertazione potrebbe consentire anche una adeguata calendarizzazione degli eventi, evitando la dispersione delle risorse in troppe - e spesso non adeguatamente fruite – manifestazioni: basti pensare, ricorda il Segretario, che “la Fondazione Venezia, nella sua ricerca Le mostre al tempo della crisi, ha appena censito 8460 mostre in tutta Italia fino a dicembre 2013, alcune delle quali aperte per una settimana o con pochissimi visitatori”.

Il Protocollo può diventare, inoltre, uno strumento utile a mettere in moto un “meccanismo virtuoso in grado di attingere a varie linee economiche di finanziamento, come quella di Destinazione Italia, 500 milioni di euro rivolte alle città entro i 150.000 abitanti”.

Dopo Ledo Prato è stata la volta degli Assessori alla Cultura firmatari del Protocollo.
Francesco Giambrone, Assessore al Comune di Palermo, ammette come sia arrivato il momento, per le città siciliane di assecondare la richiesta, da parte dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, di creare “quella sinergia fra tutte le istituzioni territoriali che finora è mancata, frutto del buon senso e della ragionevolezza”, importante per le città di Palermo, Monreale e Cefalù soprattutto alla luce della candidatura dell’itinerario bizantino-arabo-normanno all’UNESCO.

La medesima possibilità di cooperare in sinergia per rafforzarsi nelle strategie culturali è stata evidenziata da Cettina Raudino, Assessore al Comune di Noto: “da soli non riusciamo ad andare lontano; dobbiamo stringerci e dimostrare grande senso di responsabilità”.

Dello stesso avviso anche l’Assessore di Siracusa Alessio Lo Giudice che ha voluto ricordare le due candidature a Capitale Europea della Cultura di Palermo e Siracusa come un momento di grande progettualità che “ci ha consentito di presentarci come città vive, entrate in circuiti relazionali che possono avere effetti diretti nel reperimento di risorse e fondi. La costituzione del Distretto del Sud Est, del coordinamento dei Siti Unesco, di quest’ultimo protocollo consente la realizzazione di un’offerta compatta all’interno del network delle nostre città d’arte, dal momento che l’attrattività di un territorio è alimentata dalla capacità di fare sistema. Speriamo - conclude Lo Giudice - che i nostri sforzi possano produrre un piano integrato dell’offerta culturale siciliana”.

“Le prospettive di questo progetto” interviene l’Assessore di Catania Orazio Licando “sono sovralocali: è questa la fase in cui bisogna vincere un irresponsabile campanilismo e contrastare la crisi economica, politica, morale e culturale. La nuova politica culturale, a Catania, ha già prodotto un incremento del 30% di visitatori e incassi grazie all’apertura con orario continuato dei musei civici e ad un fitto calendario di manifestazioni che dimostrano l’impegno e la partecipazione anche dei cittadini”.

Maurizio Masone, Assessore di Agrigento, ha chiuso la conferenza stampa, prima della firma del Protocollo: “Non si possono condurre vite separate sul territorio. Cultura e turismo sono la chiave, la prospettiva dei prossimi decenni. I prossimi finanziamenti si vinceranno se la Sicilia fa sistema”.

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