Il complesso abbaziale di Santa Maria di Mili, risalente al 1091, eseguito per diretta committenza del Gran Conte Ruggero d'Altavilla, nel 2011 viene inserito tra le mille Meraviglie Italiane censite dal Forum Nazionale dei Giovani.
Nonostante l'importanza rivestita come eccezionale testimonianza storico-artistica ed il riconoscimento già ottenuto a livello nazionale, il monastero è di fatto abbandonato, in gravi condizioni strutturali, e la chiesa, già monumento nazionale, benchè restaurata, non è accessibile al pubblico.
L'associazione culturale Piattaforma Creativa, in collaborazione con le associazioni CTG LAG Proteggiamo la Natura, Giosef Italy Giovani Senza Frontiere Messina e Ionio Messina Sud, intende sollevare una volta per tutte, attraverso il progetto "Adotta la chiesa normanna", il velo di oblio che ricopre uno dei più preziosi beni culturali del Sud d'Italia restituendolo al pubblico e facendolo in tal modo rivivere.
La Chiesa normanna Santa Maria di Mili in Mili San Pietro, è una tra le più antiche testimonianze di architettura religiosa arabo-normanna della Sicilia e della città di Messina. La chiesa, con annesso ex monastero, sorge sulla riva sinistra del torrente Mili a due passi dal paese di Mili San Pietro.
Fu edificata intorno al 1090 dal Conte Ruggero d'Altavilla (che nel 1092 vi fece seppellire il figlio naturale Giordano, morto in battaglia a Siracusa) e da lui affidata, nello stesso 1092, ai monaci basiliani guidati dall'egumeno Michele, la chiesa sorge probabilmente sul luogo di un precedente cenobio di epoca bizantina.
L'abbazia basiliana, certamente tra le più importanti della Sicilia medievale, conobbe periodi di splendore e decadenza che si alternarono fino al 1542, anno della cessione, ad opera di Carlo V, al neocostituito Grande Ospedale di Messina.
Poi, nel 1866, in seguito alle leggi eversive dello Stato unitario, il monastero ed anche la chiesa vennero acquisiti dal Demanio; il monastero in seguito fu venduto a privati, mentre la chiesa è tuttora patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno.
La parte strutturale più notevole della bellissima chiesa è quella absidale, in cui spiccano le tre cupole emisferiche, la maggiore e le due minori, di chiara matrice islamica e l'abside centrale, l'unica emergente all'esterno, in stile romanico. La chiesa venne prolungata in avanti nella prima metà del XVI secolo, con la realizzazione di una nuova facciata e l'innalzamento del livello della copertura.
A seguito degli interventi di restauro dopo il terremoto operati dall'architetto Valenti, la chiesa venne totalmente spogliata all'interno degli stucchi, degli intonaci e degli altari. All'interno della struttura religiosa vi era una tavola del 1638 di Francesco Laganà raffigurante la Madonna del Rosario tra devoti oranti, un'acquasantiera in marmo cinquecentesca ed una campana settecentesca, ora custoditi nella chiesa parrocchiale di Mili San Pietro.
La lapide che ricorda la sepoltura di Giordano è conservata invece nei depositi del Museo Regionale di Messina.
