Nasce la Comunità Patrimoniale "Faro per i Forti dello Stretto", che si inquadra in una programmazione che ha come obiettivo il riconoscimento di una identità patrimoniale e culturale.

La finalità della costituzione della "Comunità Patrimoniale Faro per i Forti dello Stretto", quale strumento per unire comunità e patrimoni culturali, è principalmente un riconoscersi reciprocamente e mettersi in rete.

Il documento è stato siglato tra i rappresentanti di Forti Cavalli, San Jachiuddu, Petrazza, Serra La Croce e Monte dei Centri, e delle associazioni Horcinus Orca, Gonzaga, Rocca Guelfonia, Fai Messina, Club Alpino Italiano, Club Unesco di Messina e Campo Calabro, Archeoclub dello Stretto, Legambiente dei Peloritani, Assocea Messina aps, Amici della Terra, Comitato Salviamo Torre Cavallo, il Museo faunistico Diorama e il Museo del Novecento.

Il sindaco Basile e l'assessore Caruso hanno dichiarato congiuntamente che "la nascita della Comunità Patrimoniale dello Stretto si inquadra in una programmazione che ha come obiettivo il riconoscimento di una identità patrimoniale e culturale, realizzata da Istituzioni e Associazioni del terzo settore, e che possa essere riconosciuta dal Consiglio d'Europa, facendo leva sul grande potenziale architettonico, ambientale e turistico che i Forti rappresentano".

Il Centro studi Medfort avrà il ruolo di coordinamento di tutte le azioni promosse dai firmatari al fine di una comunicazione uniforme e in linea con i principi sottoscritti.

La Comunità Patrimoniale Faro per i Forti dello Stretto é il patrimonio culturale e territoriale costituito dalla rete di fortificazioni costruita a ridosso delle due sponde dello Stretto di Messina all’indomani dell’Unità d’Italia. Patrimonio che si va ad intrecciare indissolubilmente con i vari edifici di architetture fortificate che costellano le sponde dello Stretto.

La Comunità Patrimoniale Faro per i Forti dello Stretto


Oggetto della Comunità Patrimoniale Faro per i Forti dello Stretto, promossa dal Centro Studi Medfort, è il patrimonio culturale e territoriale costituito dalla rete di fortificazioni costruita a ridosso delle due sponde dello Stretto di Messina all’indomani dell’Unità d’Italia. Patrimonio che si va ad intrecciare indissolubilmente con tutti gli altri episodi di architetture fortificate che costellano le sponde dello Stretto.

La rete di fortificazioni ottocentesche è eterogenea, ricade in territori diversi per morfologia e posizione geografica e si differenzia in funzione anche alla gestione/valorizzazione dei singoli manufatti. Ma le differenze rimarcate tra le diverse strutture non sono altro che il valore aggiunto, il valore intrinseco che possiedono e su cui si basa l’essenza della Comunità Patrimoniale costituita.

Una Comunità composta da diverse e multiformi realtà che in diversa misura si prendono cura di questi beni così peculiari per territorio dello Stretto di Messina. Al di là dell’indiscutibile valore storico e culturale che ha il sistema fortificato dello Stretto di Messina, ciò che si è evidenziato negli ultimi anni è una forte volontà a farne il fulcro della rigenerazione dei territori stessi.

Da un punto di vista storico, rappresentano un episodio della storia d’Italia, della nascente Italia, sebbene non siano mai stati pienamente funzionali allo scopo per il quale erano stati progettati e realizzati. Ma è proprio lo studio che c’è stato dietro la progettazione del sistema fortificato che ne fa oggi i posti più panoramici da cui apprezzare scorci sempre diversi di quell’unicum rappresentato dallo Stretto di Messina.

Ognuno dei forti del sistema, essendo stato pensato in funzione dello schema di tiro per la difesa dell’ingresso Sud allo Stretto, può offrire esperienze sempre diverse in funzione della posizione geografica assumendo un importante valore naturalistico anche in funzione del fatto che essendo siti fino a qualche anno fa ancora “intatti” conservano alcune tra le più belle biodiversità del territorio.

Ad oggi, a farne un esempio di eccellenza nella rigenerazione dei territori sono le esperienze maturate nella gestione di questi beni fortificati. Sono esperienze diversificate in funzione della modalità di gestione e del territorio in cui ricadono.

Si va dai Forti Siacci e Poggio Pignatelli nel territorio di Campo Calabro (RC), di proprietà dell’Ente comunale e da esso gestiti, al Forte Gullì che da decenni ospita il Parco tecnologico Ecolandia, ai forti Pentimele Nord e Pentimele Sud di proprietà del Comune di Reggio Calabria ed in attesa di affidamento, al Forte Beleno che ricade nel territorio del Comune di Villa San Giovanni oggetto di forte attenzione da parte dell’Ente, soprattutto in vista delle operazioni connesse alla progettazione del ponte sullo Stretto di Messina, per poi passare sulla sponda siciliana con il Forte S. Jachiddu, che da anni ospita il Parco Ecologico S. Jachiddu, il Forte Cavalli sede del Museo Storico della Fortificazione Permanente dello Stretto di Messina, il Forte Petrazza sede del Consorzio Sol.E., il Forte Puntal Ferraro presidio dell’Azienda Foreste Demaniali di Messina, il Forte dei Centri sede dell’Associazione giovanile “La Zagara”, il Forte Serra La Croce che ospita l’Associazione TRAPPER con attività sociali e associative.

La finalità della costituzione della Comunità Patrimoniale Faro per i forti dello Stretto è principalmente un riconoscersi reciprocamente e mettersi in rete, in relazione fra tutti, in modo che si possa essere riconosciuti in quanto tali oltre che come singoli.

Il sistema permanente delle fortificazioni dello Stretto di Messina è nato come rete, sono stati tutti progettati e realizzati “collegati” funzionalmente tra di loro e così possono e devono continuare a vivere e trovare sempre nuova linfa per poter trasmettere il valore urbano e sociale che hanno acquisito nel tempo alla future generazioni.

Per raggiungere tali obiettivi il Centro Studi MedFort, quale soggetto promotore della "Comunità Patrimoniale Faro per i Forti dello Stretto", si impegna:

- a svolgere il ruolo di facilitatore, per far crescere la consapevolezza in ogni realtà che si sta occupando della gestione e valorizzazione dei forti dello Stretto, nell’importanza dei principi della Comunità Patrimoniale;

- a promuovere forme di partecipazione condivisa per le scelte da attuare al fine di far crescere e consolidare un “network locale” dei soggetti interessati alla valorizzazione del sistema dei forti dello stretto;

- a stimolare e ricevere ogni contributo per dare concretezza al lavoro di ogni singola realtà al fine di contribuire al riconoscimento del sistema unitario del sistema dei forti dello Stretto, un prezioso bene comune e un’eccellenza a livello nazionale ed europeo;

- ad essere, con modalità da condividere, l’interlocutore fra le realtà locali ed il Consiglio d’Europa e le realtà che in Italia e in Europa perseguono i medesimi obiettivi.