E’ un impresa raccontare la storia di Messina senza dilungarsi ed inserire dettagli importanti, perché troppi sono gli avvenimenti che la riguardano.
Il mare, come un azzurro fiume, divide Messina dal continente, ed è passaggio priviligeto tra l’Adriatico e il Mediterraneo. Messina sorge ad anfiteatro, con sulla destra i un braccio di terra a forma di falce che si estense sul mare, alle spalle una catena di colline, fra le quali le più alte sono l’Oliveto, la Guelfonia, la Caperrina, il Tirone, Dinnamare. Bellissima.
Nel 348 a.C. la città, con l’aiuto dei Corinti poté riconquistare la perduta libertà. Nel 300 a.C. un forte gruppo di giovani bramosi di avventure lasciarono l’Abruzzo e vennero in Sicilia. Il loro nome era “Mamertini”, perché votati a Marte, dio della guerra. Essi conquistarono il predomino della città.
Ancora battaglie a Messina che nel 651 dovette subire un nuovo attacco saraceno, ma un'altra volta grazie a Messina furono scacciati dalla Sicilia. Nel 669 però vi fu un'ennesima incursione ma stavolta i saraceni saccheggiarono di nuovo il monastero uccidendo l'Abate. Nel 682 venne assunto al pontificato un cardinale messinese che prese il nome di “Leone II”. A questo papa, che morì dopo appena un anno la città di Messina dedicò nel 1623 una delle 18 porte dell’antica palizzata la quale fu detta porta leonina, oggi a lui è intitolato il IX quartiere, quello appunto di S. Leone.
Nello stesso 1194, nasceva Federico II, figlio di Federico Barbarossa, sacro romano imperatore, ma con il sangue materno di una normanna, Costanza d'Altavilla, la figlia del grande Ruggero II.
Il grande Federico II fece poi ritornare il "sole" in Sicilia. Il periodo più "luminoso" dell'Isola.
Il dominio della Sicilia appartenne per lungo tempo ai Normanni e da costoro passò poi alla casa di Svevia perché Costanza, unica erede, aveva sposato l’imperatore Federico di Svevia detto Barbarossa. Con il figlio Federico II e la "Scuola poetica siciliana" specialmente Messina e poi tutta la Sicilia toccarono cime ineffabili di splendore.
Nell’Ottobre del 1595 Carlo V nella seconda metà del mese di ottobre viaggiava verso Messina quando fu colto da un temporale. Egli trovò rifugio nel convento di S. Placido Calonerò retto dai monaci di S. Benedetto. La mattina successiva l’imperatore mosse verso la città di Messina e vi entrò attraverso il borgo Zaera. Fu accolto dalle alte cariche civili e religiose, fra le quali l’Arcivescovo Antonio di Legname.
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