Soltanto nel 1702, con l’editto di Filippo V in data 13 maggio, i fuggiaschi poterono rientrare dall’esilio e furono reintegrati nelle loro facoltà e nei loro beni.
Fecero così ritorno a Messina le famiglie, Alibrandi, Avarna, Balsamo, Bavastrelli, Brigandì, Calabrò, Celi, Cicala, Crisafi, Coppolino, De Gregorio, Faraone, Fenga, Furnari, Galletta, Goto, Grasso, Greco, Laganà, Lazzaro, Majorana, Marchese, Marullo, Mazzeo, Mazzisi, Moleti, Mirone, Patti, Pellegrino, Porzio, Pozzinga, Reitano, Romeo, Saccano, Sergi, Sollima, Spadafora, Stagno, Trovato, Viperano, Zahami, Zuccarato, Zuccari, la marchesa di S. Teodoro, la marchesa di Gallodoro, e moltissime famiglie di popolani.
L’assunzione di Pio IX al pontificato aveva resi più arditi i patrioti italiani e faceva sperare in tempi migliori. Da un accordo tra liberali di Sicilia e Calabria nell’agosto del 1847 si stabilì che una rivolta doveva scoppiare simultaneamente a Messina e Reggio. La data fu fissata per il 2 settembre. Gli avvenimenti però precipitarono e i rivoltosi mossero il 1 settembre 1847 da più punti della città al grido di Viva l’Italia sventolando il vessillo tricolore. Gli attacchi furono brevi e violenti. L’ eroismo degli insorti ben presto fu represso dalle forze borboniche meglio organizzate.
L’alleanza tra Vittorio Emanuele II e Napoleone III stretta nel 1858 trovò i patrioti messinesi pronti alle armi. Il 4 aprile 1860 Palermo insorse e l’8 aprile 1860, giorno di Pasqua, Messina si accomunò nella lotta.
Intanto il generale Garibaldi, vinta la battaglia di Calatafimi, avanza vittorioso verso Messina. Partito da Palermo il 18 luglio, il 19 giunse a Merì e passate in rassegna le truppe diede disposizione perché l’indomani fossero assalite le truppe borboniche. Molti volontari messinesi caddero feriti, altri uccisi durante il combattimento che risultò vittorioso.
Basta vedere la foto e la posizione della città per immaginare, ed intendere, quanta storia abbia Messina. Situata sullo stretto omonimo, Messina fu fondata nel sec. VIII a.C. da coloni greci calcidesi.
Ebbe il nome di Zancle, che significa falce, poichè si estendeva in un'insenatura di forma semicircolare. Invasa dai messeni nel sec. V, assunse poi il nome di Messanion, trasformato nella forma latina Messana. Durante i conflitti tra greci e cartaginesi, passò dall'uno all'altro dei contendenti, finchè nel 241 a.C. se ne impadronirono i romani.
Pagina 2 di 2
Il forte Schiaffino tra le batteria umbertine della costa messinese è un’opera standard, molto
...E' rimasto ben poco di questa struttura fortificata, solo qualche rudere è ancora visibile.
...La struttura fu demolita per fare spazio alla caserma Interforze e al vicino Santuario. Sono
...Il forte Masotto è la più vecchia opera Messinese del periodo umbertino. A Messina è seconda per
...Il forte Petrazza è una delle opere Umbertine che si discosta notevolmente dalle altre, non tanto per
...Il forte Puntal Ferraro sorge su un piccolo rilievo sui colli San Rizzo a circa 500 metri di
...Il forte Campone è, insieme al Puntal Ferraro, tra le fortificazioni più elevate. Con l'altro
...Il forte S. Jachiddu sorge nella zona centro nord di Messina. Si posiziona su un rilievo elevato da cui
...Forte Ogliastri è situato nella zona centro nord della città. Tra le strutture umbertine è tra le
...La batteria Umbertina Serra la Croce sorge sulle colline all’estremità nord della città. E'
...Forte Monte dei centri sorge su un rilievo quasi a precipizio sulle zone sottostanti. Per
...Il forte Cavalli, chiamato anche batteria MonteGallo, è un opera Umbertina a sud est di Messina,
...Ci mise mano anche l’ingegnere Ferramolino, al Castellaccio, ma le origini sono sicuramente molto più
...Il castello Matagrifone o Roccaguelfonia è un esempio di fortificazione di un sito particolarmente strategico.
...Il Castel Gonzaga costituisce probabilmente un esempio dell’evoluzione architettonica militare
...Il castello del Santissimo Salvatore sorge in uno dei luoghi più importanti della città ed è
...