Racconta una pia tradizione che San Paolo, nel corso delle sue peregrinazioni per il Mediterraneo alla volta di Roma per diffondere la Buona Novella, sarebbe approdato attorno all'anno 41 d. C. a Messina, città già allora molto fiorente dal punto di vista economico grazie al suo porto.
Il giorno della festa del Corpus Domini, dalla Cattedrale si snoda una lunga processione preceduta da fedeli incappucciati detti “Babaluci” e da tutte le associazioni, congregazioni ed arciconfraternite religiose della Città.
Assieme all'ostensorio con il SS. Sacramento, portato sotto un ricco baldacchino in seta dall'Arcivescovo, viene portato a spalla il Vascelluzzo.
La pesca dei mitili è pratica diffusa del territorio Messinese fin dall’antichità sopratutto nei laghi di Ganzirri e ne caratterizzò per molto tempo l’economia. La coltivazione di molluschi riguarda sia la raccolta del Gallo provincialis più semplicemente conosciuta come cozza sia la coltivazione delle vongole che, fino al XIX secolo, venivano raccolte anche le ostriche ma ormai questa pratica è scomparsa.
Non è una tradizione solo Messinese, ma nei viali della nostra città in giorni di festa sfila il Carretto siciliano (in siciliano carrettu) che, in fondo, non è chè un mezzo di trasporto agricolo in uso in tutto il territorio siciliano fino alla seconda metà del XX secolo, quando divenne obsoleto a causa della crescente motorizzazione del lavoro nelle campagne.
La devozione della città di Messina verso la Madonna della Lettera è uno dei legami spirituali e culturali più profondi e radicati nella storia della città. Questo culto, che mescola elementi di tradizione religiosa, mitologia e identità locale, è celebrato ogni anno con grande fervore dai messinesi, rendendo la Madonna della Lettera un simbolo non solo di fede, ma anche di unione e appartenenza comunitaria.
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